Il lavoro remoto è diventato la norma per molti team. Ma guidare un team distribuito è diverso da guidare un team che lavora nello stesso ufficio. Le dinamiche cambiano. E serve adattarsi.
Il primo errore che vedo è cercare di replicare l'ufficio online. Meeting continui per compensare la mancanza di presenza fisica. Ma non funziona. Anzi, peggiora le cose. Perché il lavoro remoto non è l'ufficio spostato su Zoom.
Comunicazione intenzionale
In ufficio, molte informazioni circolano in modo informale. Una chiacchierata alla macchinetta del caffè. Una domanda rapida passando dalla scrivania di qualcuno. Ma quando il team è distribuito, questa comunicazione spontanea non avviene più.
Serve essere intenzionali. Creare momenti strutturati per comunicare. Ma anche lasciare spazio per le conversazioni informali. Alcuni team che ho seguito hanno creato canali Slack solo per parlare di cose che non c'entrano col lavoro. E funziona. Perché le persone hanno bisogno di conoscersi anche al di là dei progetti.
Fiducia invece di controllo
Quando non vedi fisicamente le persone lavorare, è facile cadere nella trappola del micro-management. Controllare costantemente cosa stanno facendo. Ma questo uccide la motivazione.
La leadership remota richiede fiducia. Dare alle persone autonomia. Giudicare i risultati, non le ore passate davanti allo schermo. E quando qualcosa non va, parlarne apertamente invece di intensificare i controlli.
Visibilità dei risultati
Uno dei problemi del lavoro remoto è che le persone non vedono cosa fanno gli altri. E questo può creare isolamento. Serve rendere visibile il lavoro di tutti.
Può essere un documento condiviso con gli aggiornamenti settimanali. Può essere un meeting dove ognuno condivide su cosa sta lavorando. L'importante è che tutti abbiano visibilità sul contributo di ciascuno. Questo crea un senso di squadra anche a distanza.
Momenti sincroni e asincroni
Non tutto deve essere fatto in tempo reale. Anzi. Uno dei vantaggi del lavoro remoto è la flessibilità. Ma serve capire cosa richiede sincronia e cosa no.
Le decisioni importanti? Meeting. Gli aggiornamenti? Documenti scritti che ognuno può leggere quando ha tempo. Impara a distinguere tra queste due modalità. E evita di trasformare tutto in meeting solo perché è più facile parlare che scrivere.
Rituali di team
I team distribuiti che funzionano hanno rituali. Piccole cose che creano ritmo e coesione. Un coffee chat mensile. Un check-in settimanale di 15 minuti. Una call informale del venerdì pomeriggio.
Non servono eventi complicati. Servono momenti regolari dove le persone si ritrovano. E dove possono condividere non solo il lavoro, ma anche come stanno.
Cosa fare
Se guidi un team distribuito, rifletti su come comunicate. Avete troppi meeting o troppo pochi? Le persone si sentono isolate o sopraffatte? C'è visibilità sul lavoro di tutti?
E poi agisci. Crea strutture che supportino la comunicazione. Dai fiducia alle persone. E crea rituali che tengano il team unito, anche se ognuno lavora da un posto diverso.